Confindustria
Ascoli Piceno

Di PiergiorgioCrincoli

Il valore universale del gesto culturale. Il marketing fa rumore, la cultura fa eco

La cultura è un’eco che supera il tempo, un gesto che diventa identità. Un investimento che genera valore. Se n'è parlato il 4 dicembre al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

“Il degrado etico e morale di una società comincia proprio quando e dove la cultura latita, quindi noi nel nostro piccolo cosa facciamo?” 

Questa la domanda retoricamente rivolta alla nutrita platea del Teatro Ventidio Basso da Simone Ferraioli, Presidente di Confindustria Ascoli Piceno. “Innanzitutto, promuoviamo la cultura di impresa al nostro interno, nella società, spesso e volentieri tra i giovani e poi cerchiamo di dare un contributo materiale attraverso quegli strumenti di cui parleremo, che ci consentono di tutelare quello che è il bene più grande di questa nazione, che non è replicabile nel mondo: il nostro immenso patrimonio culturale e artistico. Ecco il senso di questo incontro, fornire una panoramica chiara di quali siano i vantaggi e gli strumenti a disposizione delle imprese per sostenere la cultura e con quali effetti positivi, non solo fiscali ma anche reputazionali. Una su tutte l'Art Bonus che ha visto in dieci anni oltre 50.000 mecenati sul territorio nazionale e più di un miliardo di euro di investimenti.”


Con questo messaggio si è aperto il talk “Il valore universale del gesto culturale. Il marketing fa rumore, la cultura fa eco”, un appuntamento pensato per raccontare il ruolo strategico della cultura nella vita delle imprese, nella loro reputazione e nella relazione con la comunità, promosso da Confindustria Ascoli Piceno, con il sostegno della Camera di Commercio delle Marche nell'ambito del progetto “Leadership e Innovazione”, e in collaborazione con Fondazione Rete Lirica delle MarcheCnext e Comune di Ascoli Piceno.


E proprio dalla Fondazione Rete Lirica fa eco il Presidente Francesco Ciabattoni“la Rete Lirica è diventata un laboratorio permanente ormai, cioè noi non produciamo solo opere liriche, ma facciamo anche educazione, cioè in pratica produciamo la cultura lirica, portiamo la cultura lirica nelle scuole, portiamo la cultura lirica ovunque e quindi facciamo anche selezioni di nuovi talenti come vedremo nello spettacolo di questa sera. Devo dire grazie al Comune di Ascoli Piceno, al Sindaco Fioravanti che è qui e che si è prodigato molto per noi, come anche grazie a Confindustria che è sensibilissima a questo messaggio. Ci siamo trovati subito in sintonia con il presidente Ferraioli che ha sempre cercato di muovere, di promuovere, di fare, di portare avanti questo discorso con la rete perché in fin dei conti siamo due soggetti che, su binari diversi, vanno verso la stessa direzione, quella della salvaguardia delle nostre unicità, del benessere, del bene comune, producendo cose di eccellenza, spingendole più in alto possibile e facendole conoscere ovunque sia possibile.”



“Sono io che ringrazio voi – esordisce Marco Fioravanti – che avete in poco tempo rivitalizzato un ambito che aveva bisogno di nuovi stimoli e di modernizzazione; ringrazio il qui presente Vescovo, Mons. Giampiero Palmieri, per il grande lavoro che sta portando avanti in tal senso come anche sento di dover ringraziare l’Assessore Donatella Ferretti che, visto che si parlava di educazione e di giovani, è in prima linea con me nel progetto “fabbrica della cultura”, il cui obiettivo è quello di trasformare i teatri in fabbriche culturali.  Quindi penso che questo connubio tra Fondazione e Confindustria possa generare un nuovo processo culturale che attraverso la ricchezza delle imprese possiamo portare valore culturale. Questo teatro meraviglioso è diventato ancora più bello grazie a un'esperienza che stiamo facendo: la possibilità di farlo visitare ai turisti che vengono in città. Quest'anno abbiamo avuto quasi 180 aperture e l’anno è ancora in corso. Far vivere il teatro attraverso la presenza di persone, attraverso opere straordinarie e coinvolgendo quanti più soggetti diversi sia possibile perché ad un'opera lirica un imprenditore può avere un'idea creativa e valorizzare non solo l'impresa ma anche il territorio.”


Alla tavola rotonda quindi moderata dal giornalista Michele Romano, sono intervenuti cinque ospiti d’eccezione impegnati su diversi fronti ma sicuramente allineati dalla stessa passione: l’amore per la cultura.




Enrico Bressan, Presidente e fondatore di Fondaco Italia Srl, società specializzata in progetti di valorizzazione del patrimonio artistico e nella costruzione di partnership tra istituzioni culturali e imprese, che ha preannunciato una recente proposta di modifica alla legge sulle sponsorizzazioni in ambito culturale, per rendere più agevole l’accesso dei privati, ovvero estendo la norma anche a quelle categorie che erano rimaste escluse dall’Art Bonus, Luca Ferrario, fondatore e amministratore di DkR S.r.l., realtà impegnata nello sviluppo di soluzioni digitali avanzate, cloud e tecnologie emergenti, che ha illustrato alcuni progetti innovativi nel monitoraggio satellitare dei beni artistici e architettonici delle città ed in particolare di Como, il cui territorio e soggetto a subsidenza. Enrico Paniccià, Amministratore Delegato del calzaturificio Giano Srl, azienda storica del distretto calzaturiero marchigiano e simbolo dell’eccellenza manifatturiera del territorio che ha riportato dell’esperienza di “Muse”, associazione da lui fondata insieme ad altri imprenditori, che va ad operare nelle scuole primarie attraverso l'arte e la musica, sviluppando così inclusione sociale.

A portare la prospettiva del mondo museale e della conservazione delle opere d’arte, è stato il Prof. Stefano Papetti, storico dell’arte, docente universitario e curatore scientifico della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, da anni impegnato nella tutela e nella divulgazione del patrimonio culturale cittadino. Secondo Papetti “noi abbiamo non solo uno straordinario patrimonio storico artistico e culturale in senso generico ma abbiamo anche la responsabilità nei confronti di tutti quegli altri che ne hanno meno, o non ne hanno affatto, di conservarlo e farlo conoscere e da questo punto di vista per quanto riguarda gli interventi volti al restauro, alla valorizzazione del patrimonio storico artistico certamente le imprese possono fare e fanno molto” anche perché non occorre guardare solo ai grandi patrimoni italiani come il Colosseo o l’Arena di Verona per contribuire in questa missione. Tutte le opere, anche quelle minori, sono infatti a corollario di un sistema culturale connesso e inscindibile, un vero e proprio “tessuto connettivo”, in cui le prime esistono grazie alle seconde e viceversa.



Infine, il contributo di Caterina Pierangeli, Direttore della Fondazione Rete Lirica delle Marche e ideatrice del format Rete Lirica Academy, il progetto sostenuto da Confindustria Ascoli Piceno e dedicato alla formazione e all’avviamento professionale dei giovani talenti della lirica. Sottolinea la necessità di far comprendere che “il sostegno all’arte e alla cultura possono e devono viaggiare con una diversificazione di strumenti a disposizione delle imprese, proprio perché nel caso di un’arte come ad esempio quella lirica, la sponsorizzazione rimane relativamente difficile da stimolare in quanto improduttiva di quei risultati che l’imprenditore si aspetta in termini di ritorno di immagine. Un ritorno che invece con lo strumento Art Bonus, pur se con i limiti imposti sulla pubblicità, si manifesta in maniera importante sia dal punto di vista dei benefici fiscali per sé e delle effettive positive ricadute per il progetto del soggetto beneficiario, che ne usufruisce non in maniera indistinta come una semplice liberalità”. Conclude ricordando che l’imprenditore e la Fondazione si nutrono della stessa linfa: territorio e comunità. Solo crescendo entrambe possono svilupparsi in un territorio le imprese e così anche la cultura che vi insiste.



Il sistema culturale creativo in Italia genera poco meno di 300 miliardi di euro ovvero intorno al 16% del PIL nazionale, come ricordato in apertura da Michele Romano, e questo appuntamento ha avuto la capacità e il coraggio di toccare un tema di forte attenzione che si inserisce perfettamente nelle politiche ESG a cui le aziende fanno sempre maggior attenzione.


Al termine dei lavori gli ospiti hanno quindi potuto assistere all’opera buffa “La Serva Padrona” di G.B. Pergolesi, altro marchigiano eccellente, che ha visto in scena proprio i giovani talenti protagonisti del progetto Rete Lirica Academy che sono stati anche coinvolti nel cartellone della stagione e che ha recentemente annoverato tre sold-out con “Il Barbiere di Siviglia” presentato a novembre nei teatri cittadini dei comuni soci della Rete, Ascoli Piceno, Fermo e Fano.