Confindustria
Ascoli Piceno

Di Piergiorgio Crincoli

Benito Mari

(1944-1956)

Benito Manlio Mari, era figlio di Del Duca Domenica e di Erasmo Mari. Il padre fu uno dei principali protagonisti della bacologia mondiale insieme a Giovanni Tranquilli e ad altri esponenti delle famiglie borghesi e nobiliari più importanti di Ascoli Piceno – Saladini, Marcatili, Sacconi Natali, Cantalamessa – che ebbero il merito di portare la città, e il suo comprensorio, a produrre e vendere un baco da seta di grande qualità non solo in Europa, ma anche in America e persino in Estremo Oriente.


Nato in Ascoli Piceno il 26 agosto del 1874, seguì i passi del padre terminando gli studi universitari e il servizio di leva; divenne avvocato, dedicandosi attivamente all'imprenditoria (lo stabilimento Mari partecipò e venne classificato primo d'Italia all'Esposizione di Milano del 1906) e alla vita pubblica della città, venendo eletto sindaco due volte, nel 12 gennaio 1911 fino al 5 novembre 1913 e successivamente il 25 ottobre 1920, fino al 26 febbraio 1923.


Nel corso del suo primo mandato impossibile non ricordare la realizzazione del “grandioso edificio scolastico” alle “Canterine” a Porta Maggiore, il risanamento dell'acquedotto di Porta Cartara e la realizzazione del serbatoio sul Colle dell'Annunziata. Ottenne in permuta la residenza di Palazzo Sgariglia in Corso Mazzini cedendo il complesso monastico di Sant'Onofrio alla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ne avrebbe fatto, su progetto di Cesare Bazzani, la sua più longeva e storica sede.

Le diatribe politiche conseguenti alla sconfitta dell'On. Leone Wollemborg, sostenuto nelle elezioni dall'Amministrazione Mari, in opposizione ad Enrico Teodori, liberale vicino a Giolitti, ne determinarono la caduta.


Nel suo secondo mandato però, portò a compimento opere anche più importanti, alcune che aveva già progettato e altre nuove, tali “da lasciare di sé orma indelebile nella storia.” A lui si devono in quegli anni la realizzazione dell'illuminazione elettrica stradale, l'ampliamento del salone d'ingresso del teatro Ventidio Basso, la realizzazione di Via Trieste, la sistemazione, su disegno di Arturo Paoletti, del Colle dell'Annunziata, la nuova viabilità della Salaria, del lungo Castellano dietro al Duomo; da ricordare soprattutto gli importanti lavori al Palazzo del Comune e alla Pinacoteca.


Significative le parole dello scrittore Riccardo Gabrielli nel libro dedicato ai personaggi ascolani a cavallo tra XIX e XX secolo: “Dopo tanta luminosa attività, tutta spesa per il decoro ed il benessere economico di Ascoli, nel 1922, per avere sdegnosamente rifiutato la tessera fascista, dovette a forza dimettersi da Sindaco, e così rinunciare al compimento di vaste opere, che la sua fervida mente aveva maturato per rendere sempre più bella ed ammirata la sua città, oggi memore e grata a tanto uomo, raro esempio di forza operatrice e di specchiata rettitudine.”


Negli anni seguenti si adopera per contrastare il declino dell'industria serica convocando nel giugno 1931 a Bologna i rappresentanti di tutti gli Stabilimenti Bacologici nazionali per costituire il Consorzio Italiano Produttori Seme Bachi.


Tuttavia, dopo una legge del 1933 che di fatto espropriava il patrimonio genetico delle razze pure delle più antiche ditte bacologiche, nel 1935, a seguito dei dissidi economici internazionali che penalizzarono in maniera assai grave il nostro Paese, il prezzo della seta greggia crollò, determinando una crisi che colpì l’intera filiera serica e in particolare l’industria di produzione del seme bachi. Molti Stabilimenti, anche prestigiosi, chiusero riducendo l’importanza dell’industria bacologica nazionale ad un'ombra rispetto a quella antecedente il primo conflitto mondiale.


Per cercare di porre rimedio al crollo di produzione serica nel 1932 la Società delle Nazioni, la l'organizzazione internazionale antesignana dell'ONU nel periodo antecedente la Seconda Guerra Mondiale, invitò Mari a ricoprire il ruolo di consigliere serico per conto del Governo Cinese. Lì si trasferì, rimanendo a Nanchino sino al 1937 e contribuendo in maniera determinante alla realizzazione della più grandiosa stazione serica del mondo.


Tornato in Italia nel 1939, a seguito della liberazione, richiama e coinvolge le principali personalità economiche della provincia per far nascere un'associazione che li rappresenti. Ne viene acclamato da subito presidente, e si adopera per dare corpo al progetto collocando gli uffici dell'Associazione già nel 1945 nella sede di Via Malta, oggi Via del Trivio.


Sotto la sua guida la struttura assume i primi collaboratori e prende forma la rappresentanza tramite il riconoscimento di articolazione territoriale della Confederazione Generale dell'Industria Italiana che raggiunge nel primo anno oltre cinquanta aziende. Ne sarà consigliere nazionale sino al 1951.


Solo il decesso, avvenuto il 6 agosto 1956 quasi all'età di 82 anni, interrompe il suo dinamismo e la sua attività di Presidente, durata poco meno di 12 anni. Il cimitero di Ascoli Piceno accoglie le sue mortali spoglie nell'area più antica, ove riposano le personalità illustri della città.


Fonti:

Archivio di Stato, Ascoli Piceno

Comune di Ascoli Piceno, Biblioteca comunale e Ufficio Anagrafe

Fondazione Carisap

Foto tratta dal libro "All'ombra del Colle di S.Marco" di Riccardo Gabrielli (Memorie storiche degli Ascolani illustri e benemeriti dal 1830 ai giorni nostri - Società Tipolitografica editrice - 2° volume, 1954)

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